Ecco “La strada”, nuova Lettera di don Lauro alla comunità.

Ecco “La strada”, nuova Lettera di don Lauro alla comunità. Un invito al coraggio ad abitare la complessità del reale e a vivere la vita nel segno della gratuità. Sul modello di Gesù di Nazareth

Dal Sito della Diocesi di Trento

 

La strada migliore non è sempre la più breve. “Volendo renderla più agevole, in realtà corriamo il rischio di appiattire la nostra esistenza”. C’è una constatazione semplice quanto profondamente vera nella premessa della nuova Lettera alla comunità dell’arcivescovo di Trento Lauro Tisi, diffusa come da tradizione in occasione della solennità del patrono, San Vigilio, in questa domenica 26 giugno. La Lettera si intitola “La strada” (Vita Trentina Editrice, in copertina l’immagine dell’abitato di Regnana attraverso l’obiettivo di Gianni Zotta) ed è la settima firmata da monsignor Tisi dall’inizio del suo episcopato.

“Abbiamo eletto noi stessi – denuncia don Lauro – a metro di misura del vero e del buono, ritenendo inutile la fatica della ricerca, il gusto del confronto, la sorpresa della scoperta”. L’Arcivescovo parla di una “verità pluriforme”, pensando in particolare alle polarizzazioni narrative che improvvisamente hanno scalzato la pandemia per lasciare spazio alla guerra, rispetto alla quale ormai “compare – secondo Tisi – la noia e l’assuefazione: le icone di sofferenza si stanno, mano a mano, sfuocando”.

“Tornare al reale – secondo don Lauro – è la grande urgenza di quest’ora della storia, al di là di questa guerra e dei tanti conflitti dimenticati che fanno grondare sangue al pianeta”.

“In un contesto dove la massificazione digitale produce letture dei fatti ridotte al bianco e al nero, la vera provocazione – argomenta l’Arcivescovo – sta nel rifuggire i percorsi semplificati che allontanano dal dato di realtà, per intraprendere l’impegnativo itinerario di chi ha il coraggio di tornare ad assaporare il gusto della complessità”. Il passaggio richiede però una “rivoluzione culturale” che, a detta di don Lauro, passa dalla “riscoperta dell’importanza dell’ascolto” e pone al centro la “narrazione della vita, dà voce alle persone in carne ed ossa, mette a fuoco il vissuto”, come dimostra anche il Cammino sinodale avviato Diocesi.

La “strada” indicata da monsignor Tisi prevede però un passo in più: per entrare nella complessità ed abitarla consapevolmente è necessaria l’opzione di un amore come quello mostrato da Gesù di Nazareth e dalla sua umanità in pienezza. Un amore totalmente gratuito. Per merito suo “la storia umana – annota la Lettera – non potrà più essere da disprezzare o rifiutare, ma da amare. Contrariamente all’immaginario di molti sedicenti uomini di fede, non possiamo – sottolinea l’Arcivescovo – considerarci ‘di passaggio’, quasi fossimo viaggiatori in sala d’attesa”.

 

E dopo aver rilanciato l’appello dell’anziano filosofo Edgar Morin a declinare la vita in chiave poetica, ad esempio “attraverso i gesti ‘inutili’ dell’amore: sorridere, far festa, accogliere, giocare, sognare”, don Lauro, al compimento della Lettera, concretizza la speranza nella vicenda di un bambino trentino venuto alla luce con un grave handicap e abbandonato dai genitori biologici. La ricerca di una famiglia adottiva ha incontrato molte disponibilità e il piccolo, in breve tempo, ha trovato casa. “Lungo la strada – conclude l’Arcivescovo –, tracce di risurrezione”.

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