Guerra in Ucraina, il Papa all’Ambasciata russa per esprimere preoccupazione
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Il Papa ha voluto manifestare la sua preoccupazione per la guerra in Ucraina recandosi personalmente questa mattina, intorno a mezzogiorno, nella sede dell’Ambasciata della Federazione russa presso la Santa Sede, guidata dall’ambasciatore Alexander Avdeev. Giunto in un’utilitaria bianca, il Papa è rimasto nell’edificio in via della Conciliazione numero 10 per oltre mezz’ora, come confermato dal direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni.
L’appello all’udienza generale
Francesco segue con attenzione l’evolversi della situazione nel Paese est europeo, sotto attacco dalla notte del 24 febbraio, dove già si contano numerosi morti e feriti. Il Pontefice stesso aveva espresso il suo “grande dolore nel cuore” per il peggioramento della situazione nel Paese lo scorso mercoledì 23 febbraio, al termine dell’udienza generale, quando ancora non erano deflagrate le violenze. Il Papa si appellava “a quanti hanno responsabilità politiche perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è il Dio della pace e non della guerra”. E si rivolgeva a credenti e non credenti ad unirsi in una supplica corale per la pace il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, pregando e digiunando: “Gesù ci ha insegnato che alla insensatezza diabolica della violenza, si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno”, diceva il Pontefice. “Invito tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della Pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.
La dichiarazione del cardinale Parolin
È di ieri, invece, “nell’ora più buia” per l’Ucraina, la dichiarazione del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin. Ricordando l’appello del Papa drammaticamente urgente dopo l’inizio delle operazioni militari russe in territorio ucraino, il porporato ha osservato che “i tragici scenari che tutti temevano stanno diventando purtroppo realtà”, ma che “c’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per l’esercizio di una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte, tuteli le legittime aspirazioni di ognuno e risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra”. “Noi credenti – ha detto Parolin – non perdiamo la speranza su un barlume di coscienza di coloro che hanno in mano i destini del mondo”.