La giornata di oggi non è iniziata con il migliore degli auspici: pioveva! Ma non ci siamo persi d’animo, avevamo un solo obiettivo, perciò con il poncho in una mano e la speranza nell’altra ci siamo incamminati verso Santiago.
Abbiamo attraversato Lavacolla, dove anticamente i pellegrini lavavano i vestiti prima di arrivare alla cattedrale. Noi ci siamo lavati con qualche sguazzo temporaneo, che ci ha fatto compagnia fino al Monte do Gozo, un colle da cui si vede la città, con i campanili di Santiago. Al nostro arrivo è pure spuntato il sole!
Dopo una breve pausa siamo ripartiti allegramente, arrivando in città cantando, fino a quando, dopo un portico dove il nostro passaggio è stato accolto trionfalmente da una cornamusa, siamo sbucati sulla piazza. Davanti a noi la maestosa cattedrale di Santiago, una piazza piena di pellegrini in festa e noi che ci abbracciavamo contenti dell’impresa conclusa.
Siamo poi entrati nella basilica per arrivare alla tomba di San Giacomo e lì concludere il nostro cammino con una preghiera, nella quale abbiamo ricordato anche chi ci aveva chiesto una preghiera. Dopo esserci goduti l’arrivo e esserci sistemati, alla messa delle 19.30 abbiamo conosciuto Nunzio. In realtà non era Nunzio (come inizialmente qualcuno aveva capito), ma il nunzio, cioè il nunzio apostolico in Spagna. Data la sua presenza, alla fine della messa (concelebrata da don Francesco) abbiamo potuto godere dell’azione del Botafumeiro, il turibolo gigante che vola attraverso il transetto della cattedrale, appeso ad una corda, e che solo in alcune occasioni viene utilizzato. Don Francesco è stato pure tra i due preti fortunati che hanno messo l’incenso nel Botafumeiro, prima che i sei addetti iniziassero a tirare la corda per muoverlo.
Dopo la messa, alcuni giovani di Pietre Vive ci hanno regalato una breve visita guidata alla cattedrale, dopo la quale ci siamo fiondati a nutrirci. E ora eccoci qui, stanchi ma contenti, pronti a dormire!
La frase del giorno, ma forse anche di tutto il cammino, è: “Cammina solo chi osa farlo!”