Quarantena, social e comunità

La quarantena che stiamo vivendo da ormai molte settimane, impostaci dal dover evitare ogni forma di contatto che porterebbe ad una ulteriore propagazione del Coronavirus tra di noi, ha messo a dura prova la nostra pazienza, ci ha fatti sentire soli, esclusi dalla possibilità di socializzare e avere contatti umani all’infuori del nostro nucleo familiare, ci ha isolati dalla nostra vita quotidiana e ci ha costretti ad un arresto forzato di lavoro, studio o altra attività.

E qualcuno, parafrasando un famoso film degli anni Settanta, ha così coniato una simpatica espressione: “Potrebbe andar peggio: potrebbe non funzionare internet”. Infatti, mai come oggi internet e i social media hanno giocato un ruolo fondamentale nel farci sentire meno soli, nel coinvolgerci e nel renderci parte di una comunità più ampia, avvicinandoci tra noi come cittadini e come cristiani. L’ausilio che deriva dall’uso di questi moderni strumenti di comunicazione ci ha permesso di continuare a lavorare, a coltivare le nostre passioni e, almeno virtualmente, a rimanere in contatto con amici e parenti, a fare comunità. Facebook, Twitter, WhatsApp, Instagram, YouTube sono diventati la nostra finestra sul mondo, attraverso le chat, le live, gli articoli e i video scambiati.

Dallo smartworking (lavoro intelligente) alle lezioni online, dalle riunioni in videoconferenza alle interrogazioni telematiche, ci siamo ingegnati per riuscire a stare al passo, per non sprecare tempo prezioso e continuare ad essere attivi anche se chiusi in casa.

E se non si può più uscire e riunirsi nei luoghi a ciò deputati, allora i social ci hanno fatto sentire vicini anche nella nostra comunità cristiana, ad esempio attraverso la messa su YouTube o in televisione. Ogni giorno è possibile collegarsi e seguire online il momento dell’eucarestia, sia essa celebrato dal Papa, dal vescovo o dai nostri parroci, ed altre occasioni che ci aiutano a riflettere su ciò che stiamo vivendo e su cosa possiamo fare come individui per imparare da questa dolorosa esperienza, guidati nella preghiera e mai abbandonati a noi stessi. Certo, ci manca il contatto di una stretta di mano allo scambio della pace, il cantare ed il pregare tutti insieme o anche solo il momento di saluto dopo la messa. Ma la rete ha riempito almeno in parte questi “spazi” vuoti.

Tantissime sono le attività e i momenti di condivisione a cui possiamo accedere attraverso i social. Anche il Gruppo giovani della nostra parrocchia si riunisce virtualmente ogni domenica sera attraverso le piattaforme di videochiamata per discutere e trascorrere insieme un momento di scambio di pensieri ed esperienze.

Grazie ad internet, inoltre, è stato possibile lanciare in diverse parti del nostro paese delle raccolte fondi per gli ospedali in difficoltà e per andare incontro alle necessità che tutti noi stiamo attraversando.

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