Via Crucis interparrocchiale

8 aprile 2020 ore 18

Ai piedi della Croce “CON GLI OCCHI E IL CUORE DELLE DONNE” nelle nostre case

 

I STAZIONE

GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE

Stazione prima

 

Dal Vangelo secondo Matteo 27,21.26

Allora il Governatore domandò loro: di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi? Quelli risposero: Barabba! (…) Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.”

 

COMMENTO

Molte volte nella nostra vita quotidiana facciamo delle scelte e solitamente basandoci su cosa ci piace o su cosa ci è più utile, o su cosa ci conviene.

Tante volte anche gli sguardi delle persone sembrano squarciarci e farci una radiografia e sentiamo il loro giudizio: sì così vai bene; no così non vai! In base cosa ci giudicano quegli sguardi e su quali basi giudicano anche i nostri sguardi. La donna poi è sempre oggetto di sguardi pieni di giudizio; sei bella, sei brutta, ma come ti vesti, ma guarda questa etc… Se non rispetti certi cliscé sei fuori, non sei a posto. Per essere considerata anche sul lavoro devi sempre dimostrare quel qualcosa in più! Per non parlare poi dell’aspetto fisico e del corpo, se non rispondi a determinate misure…..

PREGHIAMO

Grazie Gesù perché tu ti sei lasciato consegnare agli sguardi di chi ti giudica e ti reputa non adotto, non perfetto; Grazie perché con te che ti avvii alla croce ci sono tante donne sfruttate, non considerate; tante ragazzi che non si sentono a posto; tante mamme che si sforzano di fare il meglio possibile; tante religiose che si spendono per il bene del mondo; grazie perché TU ridai forza, dignità, bellezza e coraggio ad ogni donna e ragazza del mondo.

II STAZIONE

GESU’ INCONTRA SUA MADRE

 

Dal Vangelo secondo Luca 2.33-35

Simone disse a Maria: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima”

 

COMMENTO

Alla misericordia di Dio, lo sappiamo, nulla è impossibile. Anche i nodi più intricati si possono sciogliere con la sua Grazia.

La Vergine Maria sotto la croce è diventata, per noi, segno di consolazione e di sicura speranza, è la madre che con pazienza e tenerezza ci porta a Dio perché egli sciolga i nodi della nostra anima.

Ognuno di noi ne ha alcuni…e possiamo chiederci dentro il nostro cuore: quali nodi ci sono nella vita?…

Chiediamo a Maria, nostra madre, che ci aiuti ad avere fiducia nella misericordia di Dio, per scioglierli, per cambiare…. Maria, madre di fede, che hai partecipato alla sofferenza di Gesù aiutaci ed accompagnaci all’abbraccio del Padre Misericordioso.

Gesù, incrocia lo sguardo di Maria, e gli dà conforto sentire che qualcuno lo capisce. La madre sta sempre accanto al figlio; qui con una spada che le trafigge il cuore come al Figlio trafigge il corpo. E L’uno e l’altra nel dolore di un parto che genera la nuova umanità!

 

PREGHIAMO

Maria, Madre nostra, ti preghiamo che il dono della vita, in ogni sua fase, sia accolto, tutelato e servito con gioioso stupore e rispetto, dal concepimento fino alla sua morte naturale.

III STAZIONE

GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO

Dal Vangelo di Luca 23,26

Fermarono un certo Simone di Cirene e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.

 

COMMENTO

Quanta tristezza, quanta sofferenza, quante lacrime caratterizzano la vita delle donne.

Il valore della sofferenza sembra insito nella donna biologicamente perché trasmette la vita. Oltre alle sofferenze che inevitabilmente segnano la vita di ogni essere umano, la donna si ritrova a portare tante croci quale madre, quale compagna, moglie, quale consolatrice.

In momenti della storia di assoluta disperazione per un mondo devastato da lutti, guerre, malattie la donna attraverso le sue lacrime riesce ad esprimere dolori indicibili, dando loro testimonianza e voce, anche quando la consolazione sembra impossibile.

Dio manda il suo Figlio per dare un senso anche al dolore delle donne. Al di là di ogni spiegazione logica, razionale, filosofica che possiamo escogitare, solo il barlume della croce è l’unica vera risposta al dramma del loro dolore.

 

PREGHIAMO

 

Signore ci sono tantissime donne che come il Cireneo aiutano a portare la croce a chi non ce la fa più, ai figli, ai compagni, ai mariti, ai genitori. Le donne sanno spargere dolcezza e consolazione aiutaci a saper vivere come dei cirenei che non scappano davanti alla croce di qualcun altro, ma cercano di aiutare a portarne il peso.

IV STAZIONE

UNA DONNA ASCIUGA IL VOLTO DI GESU’

 

Dal Salmo 26, 8

Il mio cuore ripete il tuo invito: “cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco

 

COMMENTO

 

Donna tu accogli,

tu porti, tu ascolti,

donna tu nutri, donna tu aiuti;

porti una luce, doni calore,

guardi negli occhi e allevii il dolore.

La tua mano accarezza un volto bagnato,

il tuo braccio cinge un corpo malato.

Ascolta la voce, che sussurra pian piano,

il tuo essere è attento e ti porta lontano.

Alzi lo sguardo, vedi ora il cielo

e nei tuoi occhi corre, veloce un pensiero;

non solo terra, non solo l’uomo,

c’è molto di più, ma io chi sono?

Forza, Coraggio, Speranza e Armonia

Insieme si fondono e percorron la via

Che da te parte per andare lontano,

là dove il mondo non si tocca con mano.

È una voce, due voci, un coro che vola,

e l’universo tutto consola.

 

PREGHIAMO

Signore quanto sudore e quanta fatica c’è sul volto degli uomini, nel personale sanitario, in chi lavora, nelle nostre case; spesso questo sudore, questa fatica è sconosciuta ai più e data per scontata; aiutaci a saper apprezzare e ringraziare chi suda e lavora per noi; aiutaci a saper ringraziare chi ci sta accanto e chi si prodiga per il bene di tutti.

 

 

 

V STAZIONE

GESU’ INCONTRA LE DONNE CHE PIANGONO

 

Dal Vangelo secondo Luca. 23, 28-31

Gesù, voltandosi verso le donne, disse: “Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Allora cominceranno a dire ai monti: Cadete su di noi! e ai colli: Copriteci! Perché se trattano così il legno verde, che avverrà del legno secco?

 

COMMENTO

Gesù Maestro, lungo la Via del Calvario, continua a formare la nostra umanità. Incontrando le donne di Gerusalemme raccoglie nel Suo sguardo di verità e misericordia le lacrime di compassione riversate su di lui.

E’un pianto autentico che confessa il dolore portato nel cuore, sono i pianti che le donne sanno raccogliere lontano da ogni sguardo. Le donne, le mamme attingono dall’amore una immensa capacità di sopportazione nella sofferenza. Ma oltre il pianto Gesù in questo rivolgersi alle donne non chiede solo compassione, ma chiede che nel dolore riusciamo a crescere nella vita, che riusciamo a sperimentare la gioia interiore che è propria di chi ama di un amore che va oltre, che è un amore non omologato a quello umano ma dato dall’incontro con Dio. Certo a volte è difficile, ma è così anche per il mistero di Dio. In questo periodo in cui siamo a casa con le nostre famiglie approfondiamo questo mistero, proviamo a cercarlo nella direzione giusta, ad andare oltre anche se non siamo in grado di comprendere tutto, ora che siamo costretti a fermarci e lasciare da parte la nostra frenesia, proviamo ad ascoltare in silenzio ed ecco che Lui si fa sentire nella voce del marito, dei figli, delle persone che ci sono accanto. Non tutto possiamo comprendere, ma continuiamo il nostro cammino cambiando prospettiva e anche le lacrime si trasformeranno in amore che lega, costruisce, che crea comunità fraterna.

 

PREGHIAMO

Signore quante lacrime versate in questi giorni da moltissime persone della quali non conosceremo mai il nome, quante lacrime nascoste sono scese nelle nostre case e non asciugate se non con un fugace cenno della mano. Te le affidiamo tutte o Gesù, tu le vedi e conosci tutte.

 

 

VI STAZIONE

GESU’ CADE

Dalla lettera agli Ebrei 5,8

Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza da ciò che patì”

COMMENTO

Quanti sogni hanno i genitori verso i figli, quante aspettative, quanto desiderio della loro felicità, quanta paura che non accada loro qualcosa di male, che li faccia soffrire. Quante volte i genitori vorrebbero sollevare la croce dei figli che li schiaccia e li fa cadere, ma non è possibile. Spesso l’amore che lega in modo straordinario genitori e figli, ed ancor di più mamma e figli, si scontra con la realtà, con le scelte che essi fanno; con le amicizie che incontrano, con le loro personalità e volontà. Quanto l’amore può superare anche i rifiuti, le ostilità, le delusioni, le scelte sbagliate o non condivise. Quanto l’amore lascia spazio alla libertà; ecco questo è il più sublime atto di obbedienza all’amore che i genitori sono chiamati a vivere. Qualsiasi cosa accada, qualsiasi situazione ti trovi, tu sai che il cuore dei genitori è sempre lì ad accoglierti e ancora più quello della mamma che mai ti abbandona. Quanto dolore può sopportare e quanto amore riesce a dare sempre il cuore di una mamma che accudisce il figlio ammalato o in difficoltà, o che addirittura non può far altro che pregare per lui.

PREGHIAMO

Gesù proteggi, sorreggi, accompagna tutti i genitori; in modo speciale le mamme, soprattutto quelle che con santa dedizione accudiscono ed amano i figli in difficoltà. Consola i genitori che piangono un figlio che ora non c’è più. Signore fai emergere e aiuta tutti i figli a comprendere ed accettare l’amore dei genitori; proteggi sempre le famiglie, soprattutto coloro che vivono il dramma della croce, sicuri che arriverà la Pasqua! Signore fa che nessuna croce impedisca di rialzarsi e camminare insieme!

VII SETTIMA STAZIONE

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 19, 26)

Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio!”

COMMENTO

La sensazione di isolamento e di “morte” interiore, l’incapacità di riconoscere di essere circondati da persone che ci vogliono bene e di chiedere loro aiuto: il bullismo porta a questo, ancora di più quando è amplificato dal fenomeno dei social, che permettono di colpire silenziosamente ed esporre la vittima alle critiche di un pubblico più ampio di quanto si possa immaginare. Metaforicamente, è una vera e propria crocifissione. In un mondo come il nostro, pervaso dalla tecnologia, è facilissimo colpire senza farsi vedere, i cosiddetti leoni da tastiera sono all’ordine del giorno e chi viene ferito sembra non avere alcuna possibilità di salvezza: non c’è più un luogo in cui possa rifugiarsi, scappare dal carnefice, perché il carnefice è ora in grado di insinuarsi ovunque, di abbattere le mura domestiche, che prima dell’invenzione della tecnologia erano l’unico scudo di chi era bullizzato. Ecco allora che diventa fondamentale trovare un supporto all’interno di quelle mura ormai penetrate e violate: “Donna, ecco tuo figlio!” deve essere il richiamo che apre gli occhi a chi può portare salvezza e concretizzare la speranza di non essere soli di fronte alle difficoltà. E nessuno può farlo meglio di chi ci è più vicino, vive con noi e può diventare l’àncora più salda a cui aggrapparsi. Perché anche quando non sembra, anche quando la ferita viene inferta di nascosto e nessuno la vede, anche quando la speranza di essere soccorsi è ridotta al minimo, non si è mai soli.

PREGHIAMO

Gesù quante volte anche noi sentiamo il bisogno di sentirci affidati, protetti, donati. Ti preghiamo aiutaci a sentirci parte di Te, del tuo amore. Fa che non ci sentiamo mai soli, ma sempre supportati da Te e dai nostri fratelli nelle Comunità.

 

 

VIII STAZIONE

GESU’ MUORE IN CROCE

Dal Vangelo secondo Giovanni 19,30

Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: E’ compiuto. E, chinato il capo. Consegnò lo spirito”

COMMENTO

In questo periodi di Pandemia in cui tutti siamo chiusi in casa, è meraviglioso scoprire e vedere come la fantasia e la disponibilità si apra a strade che fino a qualche tempo fa erano inesplorate o addirittura sbarrate. Ci si saluta dai balconi, anche la persona che ci evitava ora ci saluta da lontano. Si sono aperte tante strade di solidarietà e di vicinanza che nessuno conosceva o si immaginava.

Quanta solidarietà spicciola e gratuita è emersa; quanta dedizione vediamo nel personale sanitario, ma anche in tutti coloro che sono chiamati a svolgere il loro dovere per il bene comune e solo ora ci accorgiamo di come abbiamo dato per scontato tante cose, tanti lavori svolti da persone che prima non ci accorgevamo neanche che esistevano se non per criticarle o giudicarle di poca importanza.

Come ci ha fatto cambiare la nostra percezione delle cose questa reclusione forzata!

Come ci ha fatto scoprire la grandezza del donarsi, dello svolgere in modo ammirevole il proprio lavoro, dell’accorgersi della necessità dello sforzo di ognuno piccolo o grande che sia! Come ci ha fatto vedere che siamo tutti uguali e su di una stessa barca dove siamo chiamati a remare insieme.

PREGHIAMO

Signore con la tua morte ha portato la luce nel mondo facendo scoprire tutti fratelli e bisognosi gli uni degli altri. Dalla tua morte è scaturita la fraternità fra tutti gli uomini, aiutaci a crescere come fratelli uniti dal Tuo amore infinito. Grazie perché la tua morte ci ha aperto le porte della salvezza.

Condividi con...
Share on email
Email
Share on print
Print
Share on whatsapp
Whatsapp