Congo: Una nuova marcia. Una vera luce?

da Settimana News di: Giovanni Pross

Da questo 25 luglio 2022 nella Repubblica Democratica del Congo stanno accadendo cose molto gravi che tuttavia non toccano l’opinione europea e mondiale, preoccupata da altrettanti fatti incresciosi .

Inerzia della MONUSCO

La MONUSCO (Missione ONU in Congo), presente dal 2001, prima come osservatrice, poi come protezione delle popolazioni civili, è stata presa di mira e saccheggiata nella sua più importante sede a Goma, città al confine con il Rwanda, da una popolazione ormai stanca di vedersi rubare la terra, cacciata dalle proprie abitazioni, senza che la MONUSCO muova un dito.

Numerosi gruppi armati, per lo più sostenuti da multinazionali interessate alle materie prime del Paese e in particolare della regione del Kivu, bruciano villaggi, fanno fuggire popolazioni tranquille, uccidono senza pietà e violentano un numero impressionante di donne per appropriarsi di quelle terre.

Come non bastasse, la popolazione, soprattutto quella costituita da bambini e ragazzi, è sfruttata nella ricerca dei preziosi minerali del posto. La sicurezza è inesistente, la retribuzione in denaro è irrisoria e offensiva nei confronti dei lavoratori minorenni. Le morti sono numerose, ma non denunciate. Chi lavora in queste fantomatiche miniere accetta queste condizioni costretto dalla situazione deplorevole della vita e non può ribellarsi.

La rabbia della popolazione è infine esplosa in questi giorni e ha preso di mira la MONUSCO che dovrebbe difendere la popolazione dalle ingerenze delle multinazionali e dalla presenza di certi paesi confinanti con la RDC (Repubblica Democratica del Congo). In questi scontri ci sono stati morti che si aggiungono alle decine di morti quotidiane causate dagli interventi di gruppi armati.

Ciò che aggrava la situazione sono alcuni comportamenti di agenti ONU. Da tempo c’erano dei sospetti che degli automezzi della MONUSCO trasportassero anche materiale prezioso. In questi giorni l’incidente occorso ad uno di questi veicoli ha svelato il genere di materiale trasportato: del coltan, materiale che tutti noi ormai conosciamo per il suo prezioso utilizzo nell’elettronica.

La marcia di Kinshasa

Il 2 agosto, a Kinshasa è stata programmata una marcia-manifestazione per ricordare tutte le vittime dei genocidi avvenuti in questo Paese, a partire dalla colonizzazione, passando per l’indipendenza e le diverse guerre di successione al potere, fino alle stragi dei nostri giorni per accaparrarsi le ricchezze della foresta e del sottosuolo. In una città spesso senza corrente, brilleranno delle fiaccole: saranno presagio di una luce definitiva?

Trovo importante questa presa di posizione suggerita e sostenuta da diversi movimenti di difesa dei diritti umani. Non basterà certamente, ma è un inizio. Purtroppo queste manifestazioni arrivano quando non se ne può più e portano in se stesse la rabbia e la sofferenza dell’umiliazione. Tutti ci auguriamo che la violenza non trovi posto in nessun gruppo.

Da ultimo, quale sarà la strategia della Russia per vendere la sua energia? L’Africa è certamente un mercato appetitoso e redditizio. Se si intensificasse la presenza russa, per l’Africa si tratterebbe di un semplice cambio di neo-colonizzazione.

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