Vecchi con gusto

Lo Spirito di Pentecoste fa sognare gli Anziani

di don Piero Rattin

C’è un elemento che, nonostante l’accelerato progresso scientifico di questi ultimi secoli, gli uomini non sono ancora riusciti a controllare: il vento. “… Soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito Santo”. Lo si dice nel Vangelo. Pertanto, tu anziano, come puoi pensare che belle novità nella tua esperienza non ce ne saranno più? Lascialo pensare a chi si sente a tal punto protagonista da credere che le uniche novità da mettere in cantiere dipendono da lui, ma siccome il suo cantiere s’è chiuso con il pensionamento… non ce ne saranno più. Chi autorizza a pensare una cosa del genere? Però queste sono solo parole. Devono trovare riscontro nei fatti. Ecco allora che irrompono sulla scena alcune figure, di anziani ovviamente, che intervengono a confermarle. Elisabetta e Zaccaria, genitori di Giovanni Battista: in loro la vecchiaia si aggiungeva alla sterilità; chi avrebbe mai immaginato che proprio a loro sarebbe accaduto l’impossibile? Zaccaria deve aver pensato: “Sta’ a vedere che proprio adesso che siamo vecchi, capita qualcosa di insperato, di totalmente nuovo! Macchè… bando alle illusioni!”. E si ritrovò muto: mesi di mutismo che lo costrinsero a condividere la logica di Dio al posto della sua. Cedono poi la scena a Simeone e Anna, anziani anch’essi: mossi dallo Spirito Santo si recano al tempio il giorno che Maria e Giuseppe vi portano il bambino Gesù: lo attendevano da una vita, lo riconoscono per quello che è, e siccome non v’è nulla di più eccezionale cui possano assistere da vicino e toccare con mano, possono congedarsi dal mondo soddisfatti.

Del resto, tramite uno degli ultimi profeti, Dio l’aveva lasciato intendere senza possibilità di equivoci: “Io effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie diverranno profeti, i vostri anziani faranno sogni e i vostri giovani avranno visioni.” (Gioele 3,1). Beh, che i giovani sappiano abbondare in visioni, niente di troppo strano; lo fanno ad occhi aperti e anche senza l’aiuto dello Spirito Santo. Ma che gli anziani facciano sogni, eh, se non è perché gli son rimasti sullo stomaco i crauti che hanno mangiato a cena… dev’essere necessariamente per la potenza dello Spirito Santo! Non può che essere lui a far sognare gli anziani.

Ma cosa vorrà dire “sognare” per un anziano? Rispondere a questa domanda è già dire chi è effettivamente per loro lo Spirito Santo. Io debbo limitarmi ad offrire alcune coordinate, non di più, indicare alcuni aspetti di connaturale sintonia tra esperienza dell’anziano e azione dello Spirito Santo.

Paraclito: il vangelo di Giovanni lo si chiama così. È una parola greca questa, che è desunta dal vocabolario dei tribunali: colui che è chiamato (vocato) per stare accanto all’imputato: “ad-vocato”, si è tradotto: avvocato, avvocato difensore. Quando si è defraudati, impoveriti, lesi nei propri diritti, si ha bisogno di qualcuno che stia accanto e prenda le nostre difese. Io non vorrei dipingere un quadro troppo negativo, ma mi domando: certe esperienze da terza età… non equivalgono a un essere defraudati, impoveriti ? Io direi che l’anziano è colui che ha particolare bisogno del Paraclito.

Ma non è mica tutto qui il suo ruolo. Gesù gli ha riservato ben altre incombenze. “Paraclito”, nella lingua dei primi cristiani, è anche colui che incoraggia, sollecita, provoca addirittura… Sta sì accanto, ma come uno che sprona, che ti impedisce di ripiegarti su te stesso e di accovacciarti sul ciglio della strada. Quello che ti dà una mossa, insomma. E inoltre – sempre secondo Gesù – è lui “che vi guiderà alla verità tutta intera… Vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che io vi ho detto” (Gv 14).

La verità tutta intera! Quante mezze verità condividiamo nel corso della vita: sui fatti, sulle persone, sulle situazioni, su noi stessi; quante verità soltanto parziali! Sì vediamo, capiamo, ma fino ad un certo punto, poi basta, anche perché non abbiamo tempo di approfondire… E di quante cose, eventi, persone, cogliamo il senso vero, i contorni precisi, il valore profondo e intramontabile, soltanto via via che si distanziano da noi: è così, anche sul piano della semplice esperienza umana. Perché tutto questo non dovrebbe essere potenziato e reso più vero, grazie all’azione dello Spirito Paraclito? Ma allora, non è proprio la terza età quella cui spetta – per dovere quasi – di lasciarsi guidare alla verità tutta intera? Quella in cui non importa se tante cose si dimenticano, ma importa molto che se ne ricordino certe altre – essenziali – e si capiscano finalmente, e diventino convinzioni rasserenanti, sempre più profonde? “Il Paraclito sarà con voi per sempre, ha garantito Gesù. Vi guiderà alla verità tutta intera!” (Gv.14).

Quando penso agli anziani che ho incontrato nel corso della mia vita, non posso non ricordare certi volti in particolare, belli non d’una bellezza estetica che non dura granché, ma di quella che vien fuori da dentro, da cuori che finalmente hanno intuito ciò che vale veramente e lo custodiscono con legittima gelosia.

Sì, le persone anziane e credenti, si trovano in una posizione più vantaggiosa per toccare con mano il protagonismo dello Spirito Santo. Coloro che anziani non sono, poco o tanto sono tentati di prevaricare con il loro personale dinamismo, con la loro creatività e le loro forze e di illudersi… di potersi sostituire addirittura allo Spirito Santo. L’anziano questo rischio non lo corre più: il Paraclito trova più spazio in lui. Ogni età gli sta bene, ci mancherebbe! Ma la Terza (e la Quarta) ha delle opportunità in più per permettergli di agire con libertà.

Quale altro augurio scambiarci pertanto a Pentecoste tra noi Anziani? Che questo spazio lo possa occupare davvero, da protagonista. E ci faccia sognare!

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