NOVENA DI NATALE IN FAMIGLIA

Qui trovate gli orari delle messe   e qui le confessioni  per il Natale 2021

qui la versione da stampare

“In tutte le situazioni c’è qualcosa di buono per quelli che amano Dio e si fidano di lui!” Sono quasi 2000 anni che i cristiani lo sanno: sarà vero anche in tempo di pandemìa? Ecco la proposta. Viene Natale: visto che è meglio starsene in casa piuttosto che andare in giro a fare assembramenti… perché non cogliere la palla al balzo e prepararci a Natale come famiglia: mamma, papà e figli (bambini e ragazzi soprattutto)? Si chiama NOVENA DI NATALE. A cominciare da Mercoledì 16 Dicembre, ogni sera ci si raduna attorno al tavolo prima o dopo cena (si può anche accendere una candelina) e si apre questo Sito. Si comincia con la preghiera del PADRE NOSTRO, si legge la storia riportata qui (ogni giorno diversa) e si recita un’altra piccola preghiera. A conclusione si saluta Maria, la Mamma di Gesù, con un “AVE MARIA”. Papà, mamme, bambini e ragazzi: fate la prova. Sarà un BUON NATALE anzitutto per le vostre Famiglie.

Mercoledì 16 Dicembre
1° Giorno

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

LA STORIA DEI REGALI NELLO SGABUZZINO

Il postino suonò due volte. Mancavano pochi giorni a Natale. Aveva fra le braccia un grosso pacco avvolto in carta colorata e legato con nastri dorati. «Avanti», disse una voce dall’interno. Il postino entrò. Era una casa malandata: si trovò in una stanza piena d’ombre e di polvere. Seduto in una poltrona c’era un vecchio. «Guardi che stupendo pacco di Natale!» disse allegramente il postino.

«Grazie. Lo metta pure per terra», disse il vecchio con una voce molto triste. Il postino rimase imbambolato con il grosso pacco in mano. Indovinava benissimo che il pacco era pieno di cose buone e quel vecchio non sembrava affatto povero. Allora, perché era così triste?

«Ma, signore, non dovrebbe fare un po’ di festa a questo magnifico regalo?».

«Non posso… Non posso proprio», disse il vecchio con le lacrime agli occhi. E raccontò al postino la storia della figlia che si era sposata nella città vicina ed era diventata molto ricca. Tutti gli anni gli mandava un pacco, per Natale, con un bigliettino: «Da tua figlia Luisa e marito». Mai una parola in più o diversa, mai una visita, un invito: «Vieni a passare il Natale con noi».

«Venga a vedere», aggiunse il vecchio e si alzò stancamente. Il postino lo seguì fino ad uno sgabuzzino. Il vecchio aprì la porta. «Ma…cosa sono questi pacchi?» fece il postino pieno di meraviglia. Lo sgabuzzino traboccava di regali natalizi. Erano tutti quelli dei Natali precedenti. Intatti, mai aperti, con la loro preziosa carta e i nastri luccicanti. «Ma non li ha neanche aperti!» esclamò il postino allibìto. «No», disse tristemente il vecchio. «Non c’è amore dentro».

(Si può chiedere ai bambini o ai ragazzi: Cosa possiamo imparare da questa storia?)

Il papà o la mamma:
Preghiamo Vieni, Signore Gesù. Fa’ che tutti gli uomini e le donne della terra siano capaci di amare e di perdonare. Aiuta le mamme e i papà di tutto il mondo: fa’ che donino tanto affetto ai loro figli. E aiuta anche i figli a ricambiare con tanto affetto l’amore dei loro genitori.

Tutti insieme:
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Giovedì 17 Dicembre
2° Giorno

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

LA LEGGENDA DEL VISCHIO

Il vecchio mercante si girava e rigirava, senza poter prendere sonno.

Gli affari, quel giorno, erano andati benissimo: comprando a dieci, vendendo a venti, banconota su banconota, aveva fatto un bel po’ di soldi.

Si alzò e si mise a contarli. Erano banconote passate chissà in quante mani, guadagnate chissà con quanta fatica. Ma quelle mani e quella fatica a lui non dicevano niente.

Quella notte proprio non riusciva a dormire. Uscì di casa e vide gente che veniva da tutte le parti e andava verso lo stesso luogo. Pareva che tutti si fossero passati la parola per partecipare a una festa.

Qualche mano si tese verso di lui. Qualche voce gli gridò: “Fratello, non vieni?”. Fratello! A lui “fratello”? Ma erano matti? Lui non aveva fratelli. Era un mercante; e per lui c’erano solo clienti: chi comprava e chi vendeva.

Ma dove andavano?

Si mosse un po’ curioso. Si unì a un gruppo di vecchi e di ragazzi.

Fratello! Oh, certo, sarebbe stato anche bello avere fratelli! Ma il cuore gli sussurrava che lui non poteva essere fratello di nessuno. Quante volte li aveva imbrogliati! Comprava a dieci e rivendeva a venti. E rubava sul peso. E per vendere ancora più caro, piangeva miseria. E approfittava dei poveri. E mai che la sua mano si aprisse per donare qualcosa…

No, lui non poteva essere fratello di quella povera gente che aveva sempre sfruttata, imbrogliata, tradita. Eppure tutti gli camminavano a fianco. Ed era giunto, con loro, davanti alla Grotta di Betlemme. Ora li vedeva entrare e nessuno era a mani vuote; anche i poveri avevano qualcosa. Solo lui non aveva niente, lui che era così ricco.

Entrò nella grotta insieme con gli altri; s’inginocchiò insieme a loro.

“Signore, – disse a Gesù – ho trattato male i miei fratelli. Perdonami”. E scoppiò in pianto. Poi uscì. Appoggiato a un albero, appena fuori dalla grotta, il mercante continuò a piangere, e il suo cuore cambiò. Alla prima luce del giorno quelle lacrime splendevano come perle, in mezzo a due foglioline.

Era nato il vischio.

(Si può chiedere ai bambini o ai ragazzi: Le persone cattive, devono restare sempre cattive, oppure possono cambiare?)

Il papà o la mamma:
Preghiamo Vieni, Signore Gesù.
Tutti cercano di essere felici, ma spesso cercano su strade sbagliate, facendo del male agli altri.
Vieni in mezzo a noi e guidaci sulla strada giusta.
Anche se nel presepio sei un piccolo bambino, tu sei il nostro fratello maggiore.
Insegna a noi e a tutti a vivere da fratelli.

Tutti insieme:
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Venerdì 18 Dicembre
3° Giorno

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

LA STORIA DEL FIGLIO PIU’ SAGGIO

Molto tempo fa c’era un uomo che aveva tre figli ai quali voleva molto bene. Non era nato ricco, ma con la sua saggezza e il duro lavoro era riuscito a risparmiare un bel po’ di soldi e a comperare terreni e case. Quando diventò vecchio cominciò a pensare a come dividere tra i suoi figli quello che possedeva. Un giorno decise di fare una prova per capire quale dei tre fosse il più saggio. Li chiamò vicino a sè e diede a ciascuno cinque monete, e chiese loro di comperare qualcosa che riempisse la sua stanza… perchè era tutta vuota e spoglia. Ciascuno dei figli prese le sue monete e uscì per cercare qualcosa che potesse riempire quella stanza. Il figlio più grande pensò che era facile trovarla. Andò al mercato e comperò la prima cosa che gli capitò sotto gli occhi: un fascio di paglia. Il secondo figlio ci pensò per qualche minuto, poi girò per tutte le bancarelle del mercato e alla fine comperò delle bellissime piume. Il figlio più piccolo ci pensò su più a lungo. Si chiedeva: «Cosa ci sarà che costa solo cinque monete e che può riempire una stanza?». Dopo aver pensato per un bel po’ di tempo, trovò la risposta e fu tutto contento. Entrò in un piccolo negozio e comperò una candela e un accendino. Tornando a casa era felice ed era curioso di sapere cosa avevano comperato i suoi fratelli.

Era quasi notte e la stanza del loro papà era quasi buia quando tornarono. Ognuno portò il suo regalo. Il più grande sparse sul pavimento il fascio di paglia, ma era così poca che ci stava tutta in un angolo.

Il secondo mostrò le sue piume, ma riuscì a riempire appena due angoli. Il papà era piuttosto deluso di quei due figli più grandi. Allora domandò al più piccolo: « E tu che cosa hai comprato? ». Il ragazzo accese la candela con l’accendino e la luce di quella fiamma si diffuse per tutta la stanza e la riempì. Sorridevano tutti. Quel vecchio papà era felice del regalo dei figlio più piccolo. Gli diede tutte le sue ricchezze, perché aveva capito che quel ragazzo era abbastanza intelligente per farne buon uso ed avere cura anche dei suoi fratelli.

(Si può chiedere ai bambini o ai ragazzi: Cosa rappresenta per noi la luce di quella fiamma che riempie la stanza? Per trovarci bene nella nostra casa, cos’è davvero importante? )

Il papà o la mamma:
Preghiamo
Vieni Signore Gesù, c’è tanto buio nel mondo.
Tu sei la Luce, una fiamma piccola, ma che può accendere tante altre luci.
E nessuno ti potrà mai spegnere.
Anche noi vogliamo lasciarci accendere da te:
per illuminare la nostra strada
e poter riconoscere fratelli e amici nelle persone che incontriamo ogni giorno.

Tutti insieme:
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Sabato 19 Dicembre
4° Giorno

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

UNA STORIA DI NEMICI CHE SI SCOPRONO FRATELLI

Accadde più di cento anni fa’. Era il 1917, uno dei terribili anni della prima guerra mondiale. Sulle nevi dell’Adamello spirava un vento gelido e c’era tanta neve. I soldati si muovevano cauti, la notte era senza luna, e tutti avevano paura di incontrare delle pattuglie nemiche, perché i nemici erano lì a poca distanza. Ad un tratto un caporale disse sotto voce: «E’ nato!». «Eh? Cos’hai detto?» fece un altro che non aveva capito bene. «Deve essere la mezzanotte. La mezzanotte di Natale! Al mio paese mia moglie e la mia mamma saranno già andate in chiesa». Un altro soldato osservò: «Guardate là, c’è una grotta. Entriamo un momento, saremo riparati dal vento».

Entrarono nella grotta e il più giovane del gruppo si tolse l’elmetto, si sfilò il passamontagna e si inginocchiò in un cantuccio. Il caporale rimase all’entrata e voltò le spalle agli altri: era perché aveva gli occhi pieni di lacrime e non voleva che se ne accorgessero. Il più vecchio del gruppo si tolse i guantoni, raccolse un po’ di terra umida e con un po’ di fantasia le diede la forma di un Gesù Bambino del presepio. Poi stese il fazzoletto nell’elmetto del compagno e vi depose il Gesù bambino. Era così buio che si stentava a vederlo. Il caporale tolse di tasca un mozzicone di candela, l’accese e la collocò vicino all’elmetto. Poi sottovoce uno cominciò a dire: “Padre nostro che sei nei cieli…”. Tutti continuarono e avevano un grosso nodo alla gola per la commozione. Finita la preghiera, nessuno si decideva ad uscire da quella grotta.

Improvvisamente alle loro spalle una voce disse.«Fröhliche Weihnachten» (Buon Natale). Una pattuglia austriaca li aveva colti alla sprovvista. Con le armi puntate stavano all’imboccatura della grotta. Mentre i soldati scattavano in piedi la voce ripeté con dolcezza: «Buon Natale». I nemici abbassarono le armi e guardarono la povera culla. Erano tre giovani e avevano bisogno anche loro di un po’ di presepio, anche se povero. Si guardarono confusi, poi si segnarono e cominciarono a cantare «Stille Nacht», la bella canzone di Natale che tutti conoscevano. Tutti si unirono al coro anche se si cantava in lingue diverse. Poi quando il canto finì, il caporale si avvicinò a uno dei giovani nemici e gli tese la mano che l’altro strinse con calore. Tutti fecero altrettanto, augurandosi il Buon Natale. Poi uno degli austriaci prese da dentro il giaccone una piccola scarpina da neonato. Doveva essere quella del suo bambino e se la teneva sul cuore, e dopo averla baciata la depose accanto al Bambino Gesù fermandosi alcuni attimi in preghiera. Poi si voltò di scatto e seguito dai compagni si allontanò voltando le spalle, senza timore, e scomparve nella notte di quel gelido Natale di guerra.

(Si può chiedere ai bambini o ai ragazzi: Pensate che sia una favola inventata o una storia vera? E che cosa ci insegna? )

Il papà o la mamma:
Preghiamo
Vieni, Signore Gesù, e porta la pace tra i popoli che sono in guerra tra loro, e a tutte quelle persone che sono divorate dall’odio. Porta la pace tra quelli che governano la nostra società, perchè cerchino davvero il bene di tutti. E porta la pace anche nelle famiglie: fa’ che siamo sempre capaci di parlarci, di ascoltarci, di perdonarci.

Tutti insieme:
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Domenica 20 Dicembre
5° Giorno

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

LA STORIA DEL PETTIROSSO

Nella stalla dove stavano dormendo Giuseppe, Maria e il piccolo Gesù, il fuoco si stava spegnendo. Presto ci furono soltanto alcune braci e alcuni tizzoni quasi spenti. Maria e Giuseppe sentivano freddo, ma erano troppo stanchi per alzarsi a riaccendere il fuoco. Ma nella stalla c’era anche un altro ospite: un uccellino marrone; era entrato quando la fiamma era ancora viva; aveva visto il piccolo Gesù e i suoi genitori, ed era rimasto tanto contento che non si sarebbe allontanato da lì neanche per tutto l’oro del mondo. Quando anche le ultime braci stavano per spegnersi, pensò al freddo che avrebbe patito il bambino che dormiva sulla paglia della mangiatoia. Spiccò il volo e si posò su un sasso accanto all’ultima brace rimasta accesa. Cominciò a battere le ali facendo aria sui tizzoni perché riprendessero ad ardere. Il piccolo petto bruno dell’uccellino diventò rosso per il calore che proveniva dal fuoco, ma non abbandonò il suo posto. Scintille roventi volarono via dalla brace e gli bruciarono le piume del petto, ma egli continuò a battere le ali finché alla fine tutti i tizzoni si riaccesero in una bella fiammata. Il piccolo cuore dell’uccellino si gonfiò di orgoglio e di felicità quando il bambino Gesù sorrise sentendosi avvolto dal calore. Da allora il petto dell’uccellino è rimasto rosso, come segno del bel gesto che aveva fatto per il bambino di Betlemme. Fu in quella notte che prese il nome di “pettirosso”.

(Si può chiedere ai bambini o ai ragazzi: Basta solo dire belle parole per amare veramente? Cosa ci insegna il pettirosso?)

Il papà o la mamma:
Preghiamo
Signore Gesù, tu vieni dal Cielo, ma nasci debole per insegnarci a non avere mai paura di te. Tu nasci povero, perché sei tu stesso la nostra ricchezza. Nasci piccolo, per insegnarci a non essere arroganti con gli altri.

Vieni in una grotta, perché tutti siano liberi di incontrarti. Vieni nella semplicità, perché smettiamo di essere complicati. Vieni per amore, perché non dubitiamo mai del tuo amore. Grazie, Gesù!

Tutti insieme: Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:) Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Lunedì 21 Dicembre
6° Giorno

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

LA STORIA DELLA PECORA NERA ALLA GROTTA DI BETLEMME

C’era una volta una pecora diversa da tutte le altre. Le pecore, si sa, sono bianche; lei invece era nera, nera come il carbone. Quando passava per i campi tutti la deridevano, perché in un gregge tutto bianco spiccava come una macchia di inchiostro su un lenzuolo bianco: «Guarda una pecora nera! Che animale originale; chi crede mai di essere? ».

Anche le pecore sue compagne le gridavano dietro: «Tu sei una pecora sbagliata, non sai che le pecore devono essere tutte uguali, tutte avvolte di lana bianca?». La pecora nera non ne poteva più, quelle parole erano come pietre e non riusciva a digerirle. E così decise di uscire dal gregge e andarsene sui monti, da sola: almeno là avrebbe potuto brucare l’erba in pace e riposarsi all’ombra dei pini. Ma nemmeno lassù trovò pace. «Che vita è mai questa? Sempre da sola!», si diceva dopo che il sole tramontava e arrivava la notte. Una sera, con il muso tutto pieno di lacrime, vide lontano una grotta illuminata da una piccola luce. «Dormirò là dentro » pensò e si mise a correre. Correva come se qualcuno la chiamasse. «Chi sei?», le domandò una voce appena fu entrata. «Sono una pecora che nessuno vuole: una pecora nera! Mi hanno buttata fuori dal gregge». La voce riprese: «La stessa cosa è capitata a noi! Anche per noi non c’era posto con gli altri nell’albergo. Abbiamo dovuto ripararci qui, io Giuseppe e mia moglie Maria. Proprio qui ci è nato il bambino. Eccolo!». La pecora nera era piena di gioia. Prima di tutte le altre poteva vedere il piccolo Gesù. «Avrà freddo; lasciate che mi metta vicino per riscaldarlo!». Maria e Giuseppe risposero con un sorriso. La pecora si avvicinò stretta stretta al bambino e lo accarezzò con la sua lana. Gesù si svegliò e le bisbigliò nell’orecchio: «Proprio per questo sono venuto: per le pecore nere e perdute come te!». La pecora si mise a belare di felicità. Dal cielo gli angeli cominciarono a cantare «Gloria».

(Si può chiedere ai bambini o ai ragazzi: Gesù viene per tutti quelli che lo accolgono e gli vogliono bene… Ma tra tutti, alcuni gli stanno più a cuore di altri: chi saranno costoro?)

Il papà o la mamma:
Preghiamo
Vieni, Signore Gesù, dona la tua bontà alle persone tristi che si sentono abbandonate. Vieni e trasforma anche il nostro cuore perché impariamo ad essere buoni con loro. Donaci occhi limpidi e cuore puro per vedere il bene che possiamo fare e l’amore che possiamo donare. Vieni e resta con noi per sempre.

Tutti insieme:
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Martedì 22 Dicembre

7° Giorno

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

LA STORIA DI GIUSEPPE E DEL PASTORE SCORBUTICO

Quella notte d’inverno, fredda e rigida, Giuseppe cercava disperatamente qualcosa che potesse riscaldare sua moglie, Maria, e il figlio Gesù appena nato. Era andato di casa in casa, aveva bussato a tutte le porte, ma nessuno gli aveva dato un po’ di carbone o di legna. Camminò fino ad essere esausto. Quando ormai pensava che fosse inutile cercare ancora, scorse in un campo un bagliore di fuoco. Corse in quella direzione. Un gregge di pecore si riscaldava intorno alla fiamma mentre un vecchio pastore lo sorvegliava.

Quando il pastore, che era un vecchio scorbutico, vide avvicinarsi il forestiero, afferrò il lungo bastone e glielo scagliò contro. Giuseppe non fece una mossa per evitarlo, ma il bastone deviò e cadde a terra invece di colpirlo. Giuseppe si avvicinò al pastore e disse gentilmente: «Ho bisogno di aiuto: per favore posso prendere un po’ di braci? Mia moglie ha appena messo al mondo un bambino e devo accendere un fuoco per riscaldarli». Il pastore avrebbe preferito rifiutare, ma vedendo che Giuseppe non aveva niente per portare le braci, decise di prendersi gioco di lui: “Prendine quante ne vuoi,” disse, e pensava: “Come farà a prenderle e a portarle?”. Giuseppe, senza scomporsi, raccolse le braci a mani nude e le mise nel suo mantello come se fossero nocciòle o mele. Il pastore era meravigliato: «Ma che notte è mai questa?» disse. Pieno di curiosità seguì Giuseppe e giunse così alla stalla dove c’erano Maria e il bambino adagiato sulla paglia fredda della mangiatoia. In quel momento il suo cuore si intenerì. Per la prima volta provò il grande desiderio di donare qualche cosa. Tirò fuori dallo zaino una morbida pelle di pecora e la offrì a Giuseppe perché l’avvolgesse attorno al bambino.

In quel momento i suoi occhi si aprirono e vide gli angeli che circondavano la mangiatoia dove il bambino sorrideva contento. Il pastore si inginocchiò tutto felice perché aveva capito che in quella notte, per la prima volta, il suo cuore si era aperto finalmente all’amore.

(Si può chiedere ai bambini o ai ragazzi: Non tutte le persone sono gentili, bene educate e generose… Ma cosa ci insegna questa storia del pastore scorbutico?)

Il papà o la mamma:
Preghiamo
Vieni, Signore Gesù, e libera il nostro cuore da ogni cattiveria o arroganza. Vieni per tutti gli uomini e le donne della terra: fa’ che trovino la forza di comprendersi, di aiutarsi e di perdonare.
Aiutaci a non essere capricciosi e egoisti: insegnaci a essere buoni verso tutti.
Fa’ che non ci lasciamo prendere dall’affanno per le cose superficiali, ma cerchiamo il vero incontro con Te.

Tutti insieme:
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Mercoledì 23 Dicembre
8° Giorno

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

LA STORIA DEGLI ANIMALI CHE BISTICCIAVANO

Accadde una volta che gli animali bisticciarono per via del Natale. Si domandarono cos’era importante per fare una bella Festa così grande.

  • “Il tacchino naturalmente” disse la volpe. “Cosa sarebbe Natale senza il tacchino?”
  • “La neve!”affermò l’orso polare. “Molta neve!” e rimase lì a sognare: “Ah, che bello il Natale tutto bianco!”
  • Il capriolo disse: “Io ho bisogno d’un abete per sdraiarmi sotto, altrimenti non posso festeggiare il Natale!”.
  • “Sì, ma non con troppe lampadine” urlò il gufo (al quale piace l’oscurità). “Basta una luce piccola, confortevole. Questo è importante!”.
  • “Ma bisogna che si veda il mio vestito nuovo” esclamò il pavone. “Senza vestito nuovo per me non è Natale!”.
  • Anche la gazza-ladra (l’uccello che ruba tutto ciò che luccica) disse la sua: “Gioielli ci devono essere! A ogni Natale io voglio qualcosa: un anello, o una spilla o una collana; per me è questo che fa bello il Natale!”.
  • “Ma, per favore, non dimenticate i dolci e il panettone!” brontolò l’orso bruno. “E’ questo l’importante. Senza questo, e tanti altri dolci, per me non è Natale”.
  • “Fa’ come faccio io” gli rispose il tasso. “Dormi, dormi… Per me Natale significa dormire e dormire saporitamente! Non dice la gente “dormire come un tasso”?
  • “E bere” aggiunse il bue. “Bere a sazietà, e soltanto dopo sonnecchiare!”.

In quel preciso momento il bue lanciò un urlo:” Ahi!”. L’asino gli aveva appena sferrato un calcio col suo zoccolo. E subito gli domandò: “Ma tu, bue, non pensi al Bambino del presepio?”. Svergognato, il bue abbassò la testa e disse: “Ah, già! Il Bambino! E’ ben questo l’importante! Ma, alla prova dei fatti – rispose all’asino – questo… lo sanno gli uomini e le donne e tutta la gente del mondo? O l’avranno dimenticato?”.

(Si può chiedere ai bambini o ai ragazzi: Qual è stato l’animale che ha detto la cosa più giusta? E per noi, per la nostra famiglia, cos’è importante per fare un buon Natale?)

Il papà o la mamma:
Preghiamo
Vieni, Signore Gesù: tu sei più importante di tutto, senza di te non è neanche Natale.
Vieni per tutte le famiglie che si trovano in difficoltà e non hanno né doni né regali. Vieni per quelli che, a causa della pandemìa, hanno perso il lavoro. Vieni per quelli che hanno fame, per quelli che sono soli e abbandonati.
Vieni per noi, perché impariamo a pensare anche agli altri e non solo a noi stessi. Vieni, perché altrimenti non è neanche Natale ma un giorno qualsiasi.

Tutti insieme:
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Giovedì 24 Dicembre
9° Giorno – Vigilia del Natale

La mamma o il papà:
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

Tutti insieme:
PADRE NOSTRO che sei nei cieli,
sia santificato il Tuo nome,venga il Tuo Regno,
sia fatta la Tua volontà come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori
e non abbandonarci alla tentazione
ma liberaci dal male.
Amen

La mamma o il papà:

LA STORIA DELLE CAMPANE CHE SUONARONO DA SOLE

C’era una volta in una grande città una chiesa molto bella. Accanto alla chiesa si innalzava un grande campanile, così alto che la punta si confondeva con le nubi dei cielo e si poteva vedere soltanto quando il cielo era sereno. Lassù nella torre c’era uno splendido concerto di campane, si diceva che fossero le più belle del mondo, ma mai nessuno le aveva sentite suonare. Erano campane speciali. Potevano suonare solo la vigilia di Natale e soltanto quando fosse stato deposto sull’altare il più bel dono per il bambino Gesù.

Purtroppo da molti anni non era più accaduto e le campane non suonavano più. Però, a ogni Natale, la gente riempiva la chiesa e portava all’altare doni preziosi, ma le campane continuavano a tacere.
In un villaggio abbastanza distante dalla città viveva un ragazzo chiamato Pedro, insieme con il suo fratellino. Avevano sentito parlare delle straordinarie campane e dei doni che venivano fatti. Per quel Natale avevano deciso di recarsi in quella grande chiesa per vedere il bambino Gesù. Si misero in cammino già al mattino, all’alba, mentre cadevano i primi fiocchi di neve. Camminarono tutto il giorno.
Quando cominciava a venir notte, finalmente avevano raggiunto la città, ma ecco che videro davanti a loro una povera donna che era caduta nella neve: era troppo stanca e malata per chiedere aiuto e cercare un rifugio da qualche parte. Pedro si inginocchiò accanto a lei e cercò di alzarla, ma non ci riuscì. «Non ce la faccio, fratellino», disse Pedro, «è troppo pesante. E non posso lasciarla qui: tu devi andare in chiesa da solo! Guarda il viso di questa povera donna. E’ simile a quello della Madonna. Se non l’aiuto io morirà di freddo. Tutti sono andati in chiesa: alla fine della messa chiedi a qualcuno che venga qui ad aiutarci. Io resto con lei. Ah, prendi questa monetina: è il mio piccolo dono per Gesù bambino. E ora corri! ».

Mentre il fratellino correva in chiesa, Pedro scoppiò a piangere per la delusione di non poter vedere il Bambino Gesù.
Nella grande chiesa la Messa della Notte era già cominciata. L’organo suonava e i fedeli cantavano i bellissimi canti di Natale. Ricchi e poveri andavano verso l’altare a portare la loro offerta. Anche il re si accostò all’altare e depose tra i doni la sua corona d’oro. Tutti pensavano:«Questa volta le campane suoneranno per davvero finalmente!». Ma dall’alto del campanile arrivava solo il fischio del vento carico di neve.
La gente aveva finito di portare i doni e il coro stava per intonare l’ultimo canto, quando all’improvviso l’organista smise di suonare: d’un tratto, dalla cima dei campanile, era cominciato a diffondersi il bellissimo suono delle campane.

La gente nella chiesa era meravigliata e guardava verso l’altare per vedere qual era il bellissimo dono che aveva risvegliato finalmente le campane. Ma videro soltanto un bambino, malvestito e con le scarpe rotte: si era avvicinato all’altare quasi di nascosto e aveva lasciato lì una monetina. Era il fratellino di Pedro.

Ecco il dono che aveva fatto suonare le campane di Natale.

(Non solo i bambini e i ragazzi, ma anche i genitori possono chiedersi: Perché mai è bastata la piccola monetina di Pedro a far suonare finalmente le campane di Natale?)

Il papà o la mamma:
Preghiamo
Signore Gesù, sei tu il più grande Dono di Natale e vieni perché ti piace stare con noi.
Non abbiamo doni preziosi da offrirti ma ti accogliamo con gioia e con amore: e sappiamo che questo è il dono che tu apprezzi di più.
Aiutaci a non essere capricciosi ed egoisti: insegnaci a essere buoni verso tutti come sei tu verso di noi.
Grazie, Gesù! Vieni e resta con noi per sempre!

Tutti insieme:
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù.
Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte.
Amen

(Si conclude con il segno della croce:)
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen

* * *

A questo punto rimane da fare ancora una sola cosa:
ABBRACCIARSI E SCAMBIARSI GLI AUGURI DI BUON NATALE

 

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